“Sei proprio monello”,¨sei disordinata¨,¨sei bravissimo¨. Li sentiamo tutti i giorni,da amici,zie,nonni ma tutti questi aggettivi:”monello,disordinata,bravo “sopratutto se ripetuti costantemente possono diventare macigni verso chi li riceve.Le etichette sono deleterie,tanto é facile metterle, tanto é difficile scrollarsele di dosso.
Le etichette ci limitano ,ci incasellano e ci dicono come siamo e come dobbiamo comportarci.Pensate a una famiglia composta da: una mamma,un papá,un bambino e una bambina.Immaginiamo che uno dei due bambini mettiamo il caso sia la femmina, viene definita quella “brava” .Ecco il posto é giá stato occupato e quindi provate ad indovinare come verrá etichettato il fratello?
Siamo cresciuti con l ‘idea che per elogiare e rafforzare l’ autostima di un bambino é fondamentale dire “bravo!”,ci concentriamo sul risultato quando invece quello che dovremmo trasmettere ai nostri figli é il processo,il lavoro e il cammino che stiamo percorrendo.In questo modo saranno in grado di godersi il momento il qui ed ora e non focalizzarsi sul futuro.
Quindi anziché giudicare la persona,descriviamo il comportamento.Il bambino non é monello,ma gli possiamo dire ¨non picchiare tuo fratello,usa le parole¨ .(attenzione al tono di voce perché puó suonare come castigo o essere una buona occasione di educazione rispettosa) La bambina che recita una filastrocca non é brava,ma le possiamo dire”vedo che l’hai ripetuta un sacco di volte,ti senti soddisfatta?”
Etichettare bambini é diverso da etichettare adulti.In entrambi i casi é bene evitarlo ma é fondamentale sapere che se succede in etá adulta sará difficile che una etichetta possa “sconvolgere” il pensiero che si ha su noi stessi.Semplicemente perché siamo adulti,ci conosciamo e abbiamo un bagaglio di esperienze alle nostre spalle.Ai bambini tutto questo manca ed é per tale motivo che prendono alla lettera tutto ció che gli si dice.
A tale proposito ricordo perfettamente,quando ero incinta di Leo mi dissero”vedrai adesso con il maschietto,le bambine sono molto piú tranquille”,li per li mi fece sorridere ma poi ci pensai e mi resi conto che se l’ avessero detto a una donna incinta un po piú vulnerabile queste frasi avrebbero creato delle aspettative,creato immagini dato che non sono genuine e sopratutto non sono veritiere.
Quando ero piccola la mia etichetta era timida.Incredibile vero?Quando mi trovavo in un contesto nuovo preferivo osservare prima di relazionarmi con gli altri ed é lí che venivo etichettata cosí. Mi ci é voluto davvero tanto per riuscire a togliermela di dosso sopratutto perché era il contesto familiare a definirmi in questo modo.
Prova a pensarci..a te che etichetta ti era stata posta quando eri piccola/o?
Paola
In effetti mi hanno sempre detto che ero carina e timida … in realtà non potevo non esserlo x salvaguardarmi
Noi con Sofia lo facciamo spesso di dire che è monella quando fa una marachella